GALERIA ANTICA

LA STORIA

Il Monumento naturale di Galeria Antica è un’area naturale protetta del Lazio istituita nel 1999. Occupa una superficie di 40 ettari.

Galeria Antica è una città fantasma usata talvolta come set cinematografico per la conservazione dell’impianto medievale.

È stata riconosciuta come monumento naturale da Natura 2000 ed è affidata in gestione a RomaNatura, seppure si trovi in stato di degrado per problemi di attribuzione dei lavori di ripristino.

Esistono, in base alle fonti pervenuteci, due versioni differenti riguardo alla nascita della città. La prima afferma che la città fu fondata dall’antico e sconosciuto popolo dei Galerii. La seconda, e più probabile, afferma invece che la città fu fondata nel periodo di dominazione etrusca, riconducibile dalla presenza di alcune necropoli di chiara fattura etrusca. Gli etruschi battezzarono questo luogo col nome di “Careia”: esso fungeva come avamposto di guardia per i territori meridionali, tra Veio e Cerveteri.

Il dominio etrusco fu spezzato dalla conquista dei romani, come testimoniano alcune costruzioni dai contorni tipicamente romani come gli archi a tutto sesto e le costruzioni ad “opus incertum”, ritrovate nella città. Galeria decadde e venne probabilmente abbandonata nel corso delle invasioni barbariche, per poi essere ripopolata solo nel medioevo. Il papa Adriano I, infatti, nel corso dell’VIII secolo d.C. mirava ad espandere i confini dello Stato Pontificio e a consolidare l’area intorno a Roma. Per questo fondò una Domusculta proprio a Galeria. Questa costruzione venne poi trasformata in “curtis” dal papa Gregorio IV nell’840 d.C.

Poco più tardi, i Saraceni invasero le coste tirreniche e distrussero la città. Appartenuta ai conti omonimi, tra i quali Gerardo e Riccardo, ritenuti congiunti dei Conti di Tuscolo, per passare durante la metà del XIII secolo alla famiglia Orsini che la ricostruirono. La città cominciò a rifiorire, ma col tempo passò di mano in mano a molte famiglie importanti dell’Italia rinascimentale. Il declino di Galeria coincise con l’avvento della famiglia Sanseverino. La città mutò il proprio aspetto da centro fortificato a semplice tenuta agricola. Anche la popolazione, naturalmente, risentì di questo profondo cambiamento; si assistette infatti ad una preoccupante riduzione demografica della città. Il calo di abitanti culminò con l’arrivo della malaria durante il XVIII secolo, un’epidemia che infestò l’intero Agro Romano.

Galeria fu completamente abbandonata nel 1809.

L'ABBANDONO

A partire dalla metà del XVIII secolo gli abitanti del luogo iniziarono a morire in modo alquanto misterioso.

In base a ricerche recenti, è possibile attribuire tali morti all’epidemia di malaria, che in quel periodo infestava la zona. Ciò che incuriosisce, però, è l’abbandono degli abitanti della città a partire dagli inizi del XIX secolo. La gente del luogo fuggì dalla città con particolare precipitosità, tanto da lasciare non solo gli attrezzi e i suppellettili, ma persino i cadaveri sui carri che avrebbero dovuto seppellire lontano dalla città.

I corpi furono rinvenuti qualche anno dopo l’abbandono di Galeria e furono sepolti mezzo secolo più tardi.

Gli abitanti che fuggirono da Galeria, poche decine di persone, si trasferirono solo ad un chilometro dalla città e fondarono un nuovo borgo, Santa Maria di Galeria Nuova.

ACCESSIBILITà

L’accesso a Galeria Antica è completamente gratuito e ci si può arrivare attraverso Santa Maria di Galeria. Tuttavia è sconsigliato addentrarsi nelle rovine senza una guida o una particolare conoscenza del luogo. Il territorio, infatti, presenta numerose buche di notevole profondità, spesso nascoste dalla vegetazione. Alcune rovine, inoltre, sono rese inaccessibili per via della loro instabilità.

LEGGENDE

Circola un’antica leggenda che narra la storia di un fantasma di nome “Senz’affanni”. Il fantasma sarebbe lo spirito di un abitante del luogo, morto probabilmente durante il periodo della malaria, che torna ogni anno tra le antiche rovine di Galeria, cantando e suonando per la sua amata donna, in sella ad un bellissimo cavallo bianco. Diversi testimoni, infatti, affermano di aver sentito provenire dalle rovine il tipico rumore prodotto dagli zoccoli di un cavallo, accompagnato da un suono simile ad un lamento. Il fantasma si fa vivo principalmente in inverno, durante le piene del fiume Arrone.

Gli scettici affermano, invece, che i rumori che i testimoni sostengono di udire sono prodotti in realtà dalle acque dell’Arrone che sbattono sulle rocce, nel punto in cui il fiume attraversa alcune cavità sotto al borgo.

SANTA MARIA DI GALERIA

Piazza Santa Maria di Galeria si trova nella zona Santa Maria di Galeria, ed è collegata all’omonima Via attraverso Via Monti del Nibbio. La Piazza si trova incorporata all’interno di un casale dell’agro Romano, molto poco alterato nel corso dei secoli: dalla piazza si accede ancora oggi ad un cortile in cui si trova la Chiesa di Santa Maria in Celsano, conosciuta anche come Santa Maria di Galeria per via della vicinanza con l’antico borgo – oggi abbandonato – di Galeria, che da il nome alla Piazza ed all’intera zona. La piazza di fatto è quasi un borgo a sé stante nel mezzo della campagna di Roma, e probabilmente mantiene questa peculiarità – pur con alcune modifiche – da diversi secoli. Dall’XI Secolo si ha notizia di un borgo con una Chiesa, borgo che nel 1433 sarebbe passato sotto il controllo degli Orsini, quindi al Monastero di San Paolo Eremita, poi al Collegio Germanico-Ungarico e successivamente, nel 1816, ai Gesuiti. Nel 1938 il Governatorato di Roma, impegnato a dare un nome alle strade de facto da tempo esistenti ma mai ufficialmente dotate di un nome nella vastissima campagna Romana, dette a questa piazza il nome di Piazza Santa Maria di Galeria, antistante alla Chiesa di Santa Maria in Celsano. Nel 1950 l’indicazione riguardo la strada venne sensibilmente modificata, definendola situata lungo la Via di Santa Maria di Galeria e annettendo la limitrofa Piazza della Spinacetta, e nel 1954 venne istituita anche la limitrofa Via dei Monti del Nibbio. Oggi la Piazza mantiene le peculiarità di un casale di campagna, caratteristiche che porta avanti da secoli, e ospita anche un ristorante: il Ristorante Da Claudio

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